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28 Ottobre 2023Inizia il nostro viaggio tra gli allenatori che guidano le squadre del settore giovanile. Un ruolo delicatissimo per i tecnici della nostra scuola calcio, chiamati a rappresentare per i nostri calciatori un punto di riferimento dentro e fuori il rettangolo di gioco. Nell’epoca dei social e del “tutto e subito”, non sempre è facile a riuscire a far breccia nel cuore e ad entrare nella testa. Ma quando sei stato l’idolo della curva e guidi un gruppo di giovanissimi con lo stesso entusiasmo di quando esultavi sotto la Sud dell’Arechi davanti a 20mila persone è facile guadagnare credibilità e stima. Roberto Merino è il mister del gruppo 2009-10 e, a ridosso dell’inizio del campionato, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni:
Anzitutto come sta la squadra a pochi giorni dall’esordio?
“Stiamo bene. Siamo partiti con un gruppo nutrito, ora siamo in 13 e credo che ci siamo rinforzati rispetto alla scorsa stagione grazie all’arrivo di nuovi ragazzi da Vietri. Nel nostro mini ritiro abbiamo avuto la possibilità di conoscerci, di confrontarci, di esprimere le nostre idee anche se erano differenti. Sul campo vorrei una squadra propositiva, tecnica, che metta in pratica quello che proviamo in settimana e che non viva con la paura di sbagliare. Vecchi e nuovi partono sullo stesso piano, sul terreno di gioco il cuore conta più dei piedi”.
Qual è l’obiettivo stagionale?
“Lo scopriremo giornata dopo giornata, non nego che c’è curiosità. Dobbiamo far fruttare il lavoro della passata stagione, abbinandolo alle qualità dei nuovi calciatori che si sono aggiunti alla rosa. So che siamo forti, ma il mio obiettivo è avere una identità precisa e incarnare i valori del club. Il risultato sarà logica conseguenza. Si può vincere, si può perdere ma mai devono mancare equilibrio, umiltà e voglia di crescere e di apprendere”.
Quanto è difficile lavorare con un gruppo così giovane e quali sono i segreti per farsi seguire?
“Io cerco di parlare con loro ogni giorno, di andare oltre l’allenamento quotidiano e di affrontare temi di strettissima attualità. In questi ultimi anni abbiamo visto di tutto: intelligenze artificiali al posto della manodopera umana, guerre, pandemie, crisi economica, abuso dei social. Noi siamo dei fortunati, abbiamo una società che crede nel progetto e che forma giovani sul piano umano prima ancora che tecnico. Non è facile trovare un presidente che non chieda solo la vittoria, ma anche e soprattutto una crescita individuale e collettiva basata su valori e sentimenti. Io sono a loro disposizione”.
Quanto conta essere stato un calciatore di livello?
“Conta se fai capire di essere uno di loro, non quello che giocava nella Salernitana. A loro trasmetto le mie esperienze pregresse, racconto di quando i miei amici dormivano e io lavoravo di notte sulla sabbia per affinare la tecnica. Per questo li ho portati a fare allenamento in riva al mare. E poi, ripeto, il dialogo è costante. Ci ritagliamo momenti di aggregazione come una pizza a cena o una passeggiata e, credetemi, sono situazioni che ci rendono più forti. A me non interessa se eseguono uno schema a memoria però non curano l’alimentazione, non passeggiano dopo mangiato, non leggono un buon libro e non si concedono un riposo pomeridiano per permettere al corpo di ricaricarsi”.
Oggi scopriamo che il calcio dei grandi è ancora macchiato dalle scommesse. Il ruolo delle scuole calcio diventa dunque ancora più importante…
“Sono d’accordo. Purtroppo stiamo ascoltando cose brutte, certe situazioni mi fanno provare un mix di rabbia e disgusto. A volte i ragazzi che arrivano in A sono attratti dai grandi guadagni, dalle tante donne che cadono ai loro piedi, dalle folle che ti acclamano negli stadi. E cadono in tentazioni. Certo, ci sta la serata fuori o il godersi le cose belle che la professione ti offre. Ma il lupo deve sempre rientrare nella tana, ci sono limiti da non superare. E una scuola calcio forma il cittadino del futuro, prima ancora che il calciatore. Lavoriamo con i nostri tesserati facendo capire che assumono un impegno nei confronti di una società che crede in loro e che offre gli strumenti utili a crescere in modo giusto”.